Il 28 novembre 1808 Luigi Marazzi, amministratore della Marchesa Luigia Serbelloni Busca, figlia di Gian Galeazzo Serbelloni, versò all’architetto Simone Cantoni il saldo del compenso pattuito per il progetto di trasformazione radicale del giardino della villa di Gorgonzola, dal modello all’italiana a quello all’inglese.
Il pagamento del saldo ha l’indiscusso significato che i lavori erano stati eseguiti, che il giardino era stato trasformato secondo il progetto; i Serbelloni pagavano i progetti solamente ad opere completate: bozze, idee, progetti non eseguiti non venivano pagati.
Sono molti anni che l’architetto Simone Cantoni conosce le proprietà Serbelloni a Gorgonzola; ha dimorato nella villa perché impegnato per i lavori al loro mausoleo e molto più a lungo dalla seconda metà del 1805 per seguire i lavori della nuova Chiesa Parrocchiale dei S.S. Protaso e Gervaso.
Sappiamo che a quel tempo il giardino della villa era all’italiana; nei rilievi del Catasto Teresiano (1721) il giardino è ben visibile, la mappa è dettagliata. Non sappiamo a quando risale la sua realizzazione ma potremmo ipotizzare che iniziò ad essere necessario al decoro della villa già dalla metà del XVI secolo quando membri della famiglia Serbelloni trascorrevano “giorni tranquilli nella graziosa villa di Gorgonzola, loco si bello e ameno che fa istupire chi lo vede” (Bartolomeo Taegio, “La villa” 1559) .
Chiuso da un muro continuo, il giardino confina a nord con il complesso padronale e si stende verso sud; il muro include, ad ovest, un prato con regolari filari di alberi – il brolo (1) - lungo quanto il giardino a cui si accede dalla corte rustica che verso ovest precede il palazzo.
(1) anticamente con la parola ‘broletto’ si indicava un campo o un grande orto coltivati e cinti da muro; da qui la parola ‘brolo’, ancora oggi in uso in Veneto, che identifica uno spazio coltivato, chiuso da muro e al servizio di una residenza per la produzione di tutta la varietà di ortaggi e frutti per il consumo immediato, utili e necessari alla vita quotidiana della famiglia.
Le dimensioni dello spazio cintato, se si considerano le risorse economiche e l’importanza dei proprietari, non sono particolarmente rilevanti; nell’insieme si tratta di circa 37 pertiche milanese ( circa mq. 24.000 ) di forma regolare, quasi quadrata, più larga che lunga (circa m. 160 per m. 150).
Lungo i lati est e ovest il muro è fiancheggiato da due rogge, a est la Roggia Serbellona (Roggia Libera al 1865 e oggi Roggia Guarnassola) e a ovest la Bettina (Roggia Consorziale al 1865); all’angolo sud-ovest un piccolo manufatto sotto cui passa la Roggia Bettina che, probabilmente, era un casello dove i campari, con apposite paratie, potevano indirizzare le acque della roggia verso i diversi coltivi.
Il giardino formale, in fronte al corpo sud della villa, occupa poco meno di tre quarti dello spazio cintato; nella porzione a nord – est il giardino si prolunga verso l’edificio arretrato a pianta quadrata. Al giardino si accede, verso sinistra, dalla corte d’onore e, verso destra, dall’edificio a pianta quadrata che, nel lato sud di fronte al giardino, ha la chiara indicazione di una parte a loggiato (sono disegnate tre colonne e un piedritto a destra). Probabilmente era arricchito da una fontana, da statue e grandi vasi ma di questi particolari non esiste alcuna memoria.
Il giardino ha percorsi ben definiti che si sviluppano lungo i lati delle aiuole e, in alcuni casi, anche all’interno delle stesse; il disegno del giardino è articolato in quattro fasce parallele, ciascuna delle quali a sua volta divisa in quattro aiuole.
Le prime quattro aiuole centrali più vicine al palazzo sono disegnate attorno a un parterre circolare; sei aiuole della fascia centrale hanno percorsi interni con disegni sinuosi particolari per ogni coppia di aiuole; le singole aiuole con percorsi interni sono, ciascuna, divise in quattro parti. (2)
(2) Il Quattro è considerato dalla simbologia il numero della realtà e della concretezza, dei solidi, della logica e della ragione. Il Quattro come manifestazione di ciò che è concreto, immutabile e permanente ha la sua espressione geometrica nel Quadrato che ben rende tutte le sue caratteristiche. È il numero della materia e dei 4 elementi della terra: fuoco–acqua–terra–aria; è il numero della concretezza, dell’ordine, dell’orientamento: i punti cardinali sono quattro nord - est -sud -ovest; è il numero delle stagioni: Primavera, Estate, Autunno, Inverno.
Il brolo, di fronte alla corte rustica, è quasi un quarto del giardino, grande abbastanza da sopperire alle necessità domestiche.
L’area del brolo è ripartita da ordinati filari di alberi, probabilmente da frutto; tra un filare e l’altro è lasciato abbondante spazio per coltivare ogni tipo di verdure e di piccoli frutti.
Adiacente al lato sud dell’edificio di servizio una porzione rettangolare cintata con all’angolo sud-est un piccolo manufatto: non sappiamo cosa sia, potrebbe essere un deposito per gli attrezzi agricoli o il ricovero per animali di bassa corte. Potrebbe anche essere il ricovero di uccelli canori e ornamentali tenuti per il diletto dei signori e la porzione cintata essere quindi una grande voliera. (3)
(3) Specialmente nel primo Rinascimento era abitudine tenere voliere e animali esotici o selvatici in gabbie o in giardino. Un errore è pensare che i giardini all'italiana fossero privi di colori: all'interno delle aiuole delimitate da siepi di bosso c'erano molti fiori e piante annuali, utilizzati sia come decorazione, sia per le cucine e erbe officinali impiegate per la preparazione di medicamenti.
Nel giardino della villa Serbelloni a Gorgonzola la suddivisione degli spazi e la loro contiguità - il giardino formale all’italiana e il brolo - sono interessanti.
È stato accennato che le dimensioni dello spazio cintato, se si considera l’importanza dei proprietari, non sono particolarmente rilevanti; inoltre l’area cintata è destinata sia al giardino che al brolo. Il risultato è una pertinenza del palazzo di dimensione “domestica”, “famigliare”, “riservata”. Non grandissimi spazi ornamentali ma un proporzionato e bel giardino a cui si accede direttamente dalla villa, un giardino che lo valorizza degnamente e che “stupisce” chi lo percorre; ma anche un’area, il brolo, destinata alle esigenze domestiche, una parte utile e necessaria che ricorda le esigenze elementari e quotidiane, la concretezza.
Alberto Guzzi, agronomo.
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